Come diventare una Guru in un unica mossa

Vi racconto della ennesima triste vicenda capitata a me, che capita sempre a me, come credo a tanti altri colleghi. Cambiano i personaggi, cambia la location, ma la storia è sempre quella…
Ho cominciato a collaborare in pianta stabile (si fa per modo di dire eh…) con una cooperitiva che si occupa principalmente di immigrati per stendere, realizzare e coordinare, nel prossimo futuro, un progretto sperimentale di supporto alle famiglie.
Prima di poter concretizzare questo progetto però, era evidentemente necessario che conoscessi l’organizzazione della azienda, le sue risorse umane e materiali e le procedure con cui opera, per cui sono stata affiancata alla responsabile dell’ufficio che coordina gli operatori e tiene i cosiddetti “contatti politici”.
Appena arrivata, la legge del branco non ha tardato a mostrare i suoi effetti, e l’accoglienza delle colleghe (praticamente tutte donne) è stata calorosa come l’Antartide in pieno inverno; nonostante fosse chiaro che non toglievo niente a nessuno, anzi al massimo costituivo un aiuto, sono stata subito circondata da un clima di diffidenza e ostilità. Non sono arrivata facendo la “wooden chicks”  in tacco spillo e minigonna, ne’ la manager iperefficente “sotuttoio”: mi sono presentata con cordialità e discrezione, mi sono mostrata disponibile e collaborativa ma… niente.
Come nel caso della povera “Bocca di Rosa” di deandreiana memoria, anche le comari del mio paesino lavorativo sembravano ben risolute a espellermi al più presto come un calcolo renale, e, se possibile, in maniera più dolorosa.
Poi, chissà come, è trapelata (misteri della legge sulla privacy…) la mia qualifica ed il mio titolo di studio… PSICOLOGA!
Di colpo ai loro occhi ho subito una trasformazione e da persona scansata nei corridoi come una lebbrosa sono diventata, nel giro di un paio di giorni, compagnia ambita e ricercata.
Perchè?
Perché mi è stata riconosciuta la simpatia e la cordialità dimostrata?
No!
Perché la mia efficienza, colaboratività e la capacità lavorativa erano state apprezzate?
Naaaa…!
Perchè sono una psicologa, Padrona dei Misteri degli Anfratti Cerebrali, Oracolo dell’Inconscio e interprete del lato oscuro, dei sogni, dei lapsus, dei tic e delle frasi da Bacio Perugina.
Così la tizia che più di altre mi aveva fatto la guerra, tentando di crearmi terra bruciata intorno nel timore che volessi soffiarle il posto, si è trasformata di colpo in una collega affettuosa, carina e sincera.
Che c@##… ahem, fortuna, eh?
Già… una collega tanto affettuosa e sincera che ha subito intuito al volo che avrei voluto sapere tutto di lei, della sua vita e delle sue sfighe, che ha immediatamente percepito il mio desiderio di spiegarle il perché ed il percome delle paturnie del suo fidanzato, che ha repentinamente colto il mio desiderio di ascoltarla a lungo, attentamente, ripetutamente, pazientemente e fornirle consigli, analisi, supporto…
Bene (anzi no, male): da settimane sono sommersa di parole, ieri addirittura di SMS, sono diventata di colpo la sua Guru personale, la sua maestra di vita e la sua guida spirituale.
Fioccano inviti per gli aperitivi, per le cene, per un pranzo veloce… Mi ha addirittura proposto di andare ad abitare assieme! Eh già… in fondo quale sistemazione migliore per un ipocondriaco che la casa del suo medico?
La tizia in questione non ha avuto il minimo dubbio sulla mia capacità, non si è peritata di sapere in quale branca della materia fossi specializzata, a lei è bastato sapere che sono psicologa, per vedere il mio corpo circonfuso di luce dorata ed una brillante aureola cingermi il capo.

Naturalmente, non ha avuto il benché minimo dubbio che dei fatti suoi mi interessasse tanto quanto dei metodi di cattura dello scarafaggio stercorario in Egitto, e neppure è stata sfiorata dalla ipotesi che preferissi ardendentemente desiderare di dedicare il mio tempo a qualcosa di diverso e più allettante delle sue disavventure (con cui si potrebbero peraltro realizzare le sceneggiature per un centinaio almeno di fotoromanzi strappalacrime tipo Grand Hotel, di quelli che tanto commuovevano mia nonna quando andava dalla sua parrucchiera…).

Sto meditando di dirle che il mio certificato di laurea è un falso ottenuto seguendo le istruzioni fornite da Giovanni Muciaccia in Art Attack (fffatto?) pur di convincerla che non è il caso di assillarmi oltre, e sono finanche decisa all’omicidio, invocando in sede di giudizio la provocazione grave e la legittima difesa (per cui se non mi leggerete più, saprete che sono passata alle vie di fatto… Spero che qualcuno di voi mi porterà qualche arancia).
Nel frattempo un consiglio: mai, mai, MAI confessare a cuor leggero ed a sconosciuti che siete psicologi; spacciatevi per ballerine di lap dance o contrabbandieri di organi umani, instillate il sospetto che siete killer prezzolati oppure oche giulive il cui massimo interesse è seguire le vicende sentimental-erotiche della famiglia Forrester in Beautiful, ma non fatevi mai sfuggire le vostre conoscenze psicologiche, perchè mal ve ne potrebbe incogliere. Riconosciamoci tra colleghi, quando siamo in pubblico, con parole segrete e toccamenti rituali, per accenni velati e gesti lievi, consci che una qualunque distrazione potrebbe costarci cara, molto cara…

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