Ci sono delle affermazioni scientifiche che hanno una spiegazione razionale, vi sono postulati non dimostrati e non dimostrabili che vengono comunque ammessi come veri “a prescindere”, ed infine ci sono leggi che pur non avendo un fondamento logico, si confermano negli accadimenti della vita quotidiana.
Prendiamo ad esempio la “legge di Murphy”: quante volte l’abbiamo citata o quantomeno ricordata all’accadere di eventi tanto imprevedibili quanto deleteri? Non è frutto di lunghi e rigorosi studi, non è scaturita da una mente eccelsa che alla sua formulazione ha sacrificato anni ed anni di ricerca, è nient’altro che il semplice commento di una realtà sotto gli occhi di tutti, caratteristica a cui deve almeno in parte la sua notorietà.
Sorella meno conosciuta ma non meno esatta della sopracitata è la “legge di Godwin” nata nel mare magnum della rete Internet (più si prolunga una discussione più la possibilità di trovare un collegamento con i nazisti o con Hitler si avvicina ad 1) ma valida anche al di fuori del mondo virtuale. Adattandola alle esperienze del nostro campo d’azione, possiamo affermare che se una “discussione” procede abbastanza a lungo, finirà per giungere ad un risultato prevedibile in partenza; ancora più nel particolare, possiamo dire che se una terapia si svolge per un numero sufficiente di sedute, emergerà quasi sempre che la causa dei problemi accusati dal paziente è esterna a lui.
Naturalmente l’affermazione in sé non implica che i presunti colpevoli lo siano realmente: il banco degli accusati si popola di imputati diversi a seconda del paziente: mamma, papà o parenti assortiti; maestre o insegnanti di scuola di diverso ordine e grado; datori di lavoro o caporali istruttori e via via sino a giungere magari agli spiriti negativi conviventi che popolerebbero il mondo invisibile, condizionando comportamenti e azioni dell’inconsapevole ospite.
Insomma, gira e rigira, parla e riparla, analizza e interpreta, la responsabilità delle azioni, delle scelte, delle opere e delle omissioni è alla fine sempre di qualcun’altro.
Ripeto non che non sia vero, ma il fatto è che questa consapevolezza non sempre diventa punto di partenza per successive elaborazioni e azioni di cambiamento e più spesso costituisce invece una comoda “coperta di Linus” con la quale scaricarsi dell’onore e dell’onere di dirigere la propria vita.
A ben pensarci, forse questo fatto magari spiega anche come mai le nostre sedute siano spesso più deserte di un negozio d’abbigliamento il giorno prima dell’inizio dei saldi: perché pagare per scoprire che non hai modo o voglia di risolvere i problemi che ti angustiano durante lunghe, noiose e ripetitive sedute fatte di chiacchiere, sogni, lacrime e silenzi non è proprio il massimo… Meglio dedicarsi a qualcosa più originale ed al passo con i tempi, cose tipo Yoga con i delfini in Guatemala o al risveglio il mio Es a suon di tamburi e percussioni… Volete mettere quanto fa figo raccontarlo ad una festa? Al solo accenno ti vengono tutti dietro come i topini col pifferaio di Hamelin.
… Ragazzi ho deciso, mi propongo come psico-animatrice a qualche villaggio vacanze e metto insieme lavoro e ferie! Mi inventerò qualche metodo di provenienza ovviamente californiana ma che affonda le radici nelle millenarie tradizioni di civiltà sconosciute, butterò qua e la mezze frasi ed allusioni (“Eh, però piantare l’ombrellone sulla spiaggia in quella maniera lì…”), proporrò come esperimento di psicomotricità collettiva il trenino danzereccio sulle note brasileire di “Brigitte Bardot” o “Meu amigo Charlie Brown” ed il gioco è fatto…
E magari rimorchio anche qualche bel bagnino con la scusa di verificare a distanza ravvicinata e con analisi dettagliata in quale delle strutture somatiche descritte da Alexander Lowen nel suo “Il Linguaggio del Corpo” rientrino i suoi addominali scolpiti ed i suoi bicipiti torniti… perchè ragazzi, non di sola psiche vive Aisha e parafrasando la canzone degli Elio e le Storie Tese dedicata ad un famoso “attore” americano: se la professione non dà il pane, che almeno aiuti a trovare altro…. capisc’ammè! 😉
Moment! Rivelazione non ha il significato di deniinziofe. Il fatto che la divinitc3a0 si riveli o che le le scritture sacre vengano rivelate, cic3b2 non implica che venga comunicata una deniinziofe del divino stesso. Anzi, in molti casi si puc3b2 giungere ad una vaga deniinziofe del divino solo attraverso una procedura di negazione di attributi: cic3b2 che esso NON c3a8.La gerarchizzazione c3a8 una caratteristica del cristianesimo e basta, le altre religioni permettono di accostarsi ad esse da qualsiasi livello, sia esso di iniziazione o di capacitc3a0 speculative.Tu bingo! Certamente l’intuizione del sacro avviene da te stesso, ma non attaraverso un processo conoscitivo razionale/logico/scientifico, bensc3ac attraverso pratica e/o gnosi che conducono per gradi verso un tipo di conoscenza pic3b9 vicina alle modalitc3a0 mistiche di intuizione. E attraverso la produzione di simboli.Chi costruisce un potere sul sacro c3a8 fuori strada per sempre.