Lo sapevate, cari lettori aishiani, che la nostra professione non ha delle vere e proprie “riserve professionali”? Oddio, non spaventatevi, non sto straparlando, non ho detto “riserve indiane”, ma riserve professionali, che non sono campi di concentramento per psicologi disoccupati (il governo però ci sta già pensando…), no, non si tratta di questo. Provo semplicemente a condividere con voi una tragica realtà poco nota ai più.