Tag Archives: riflessioni

Se gli psicologi non vanno da Aisha…

In effetti è un po’ che non scrivo, ma non è per cattiva volontà, solo tante cose da fare e tanto poco tempo per farle. Cioè, ho sempre pensato di essere una Dea ma evidentemente la mia convinzione deve aver fatto presa anche in giro… eccomi cosi subissata di impegni, a partire da quelli lavorativi che si svolgono in tre luoghi diversi e geograficamente ben distanti tra di loro. Insomma, va bene Dea, ma una e trina proprio no!

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Diventa anche tu un PpC®!

In un post di qualche giorno fa parlavo della possibilità di trovare in edicola un corso a dispense, con allegato al primo fascicolo i primi pezzi del lettino da analista e le istruzioni in DVD per il montaggio, ovviamente con l’approvazione dell’Ordine Nazionale e del Miur, che garantirà la serietà del tutto.
Non escludo che la cosa sia già avvenuta e magari mi è sfuggita; cosa volete, oramai tra fedeli riproduzioni dipinte a mano di

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Basta un poco di zucchero…

Lo sapevate, cari lettori aishiani, che la nostra professione non ha delle vere e proprie “riserve professionali”? Oddio, non spaventatevi, non sto straparlando, non ho detto “riserve indiane”, ma riserve professionali, che non sono campi di concentramento per psicologi disoccupati (il governo però ci sta già pensando…), no, non si tratta di questo. Provo semplicemente a condividere con voi una tragica realtà poco nota ai più.

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Identità Professionale? Un Evento Imprevisto Della Formazione…

Mi capita a volte di pensare a quanto sia faticoso per una/o psicologa/o sentirsi veramente tale, cioé sentirsi operativa, utile, efficace (e soprattutto pagata!).
OK, OK la immagino già la solita replica… sincera per carità ma – non me ne vogliate – sentita tante, troppe volte… la passione, e aiutare gli altri è un dovere e la vostra è quasi una missione, e blablabla…

Oh, sarà un caso ma con buona pace del giuramento di Ippocrate sono ben pochi i medici che non definirei eufemisticamente benestanti, e Florence Nightingale  ha fatto quello che ha fatto anche perché aveva una famiglia ricca alle spalle e tutte le infermiere che conosco fanno quel mestiere per portare a casa lo stipendio e non certo per emulare le protagoniste di certi filmetti scollacciati di qualche decennio fa.

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